Casa Museo Pietro Malossi
Casa Museo Pietro Malossi
“Amici miei di Ome vi do tutto.
Ogni cosa è vostra. Io voglio credere che voi sarete capaci di essere fedeli alle mie cose che sapete ho amato con tanta, infinita passione.
L’Italia è il più bel giardino che esiste e l’Italia è il più bel museo del mondo”
Brescia.
sera. 5.12.97
Le parole appena lette sono uno stralcio della lettera che l’antiquario Pietro Malossi scrisse nel 1997 sul suo diario (il “mio libro azzurro”), a seguito della decisione di destinare le sue Collezioni alla Fondazione a lui intitolata, nata con lo scopo di conservare, ordinare, curare, esporre, integrare i suoi beni e di metterli a disposizione del pubblico.
Dodici anni dopo venne inaugurata la Casa Museo Pietro Malossi al Borgo del Maglio di Ome, nel fabbricato dove abitò Andrea MaérAveroldi l’ultimo fabbro a lavorare al Maglio secondo le tecniche tradizionali e scomparso nel 1984.
Attraverso un percorso espositivo che si articola nelle stanze arredate con i mobili, gli arredi, i quadri, le stampe e molto altro del suo lascito è possibile conoscere ed apprezzare la cultura e il gusto di un uomo che attraversò tutto il Novecento, eclettico e dotato di una curiosità intellettuale che l’accompagnò per tutta la vita.
Pietro Malossi nasce a Brescia nel 1903. Fin da ragazzo dimostra interesse per l’arte applicata, passione che lo porta a dedicarsi a lavori d’incisione sul metallo, prima prendendo lezioni private e successivamente iniziando a frequentare la Scuola Moretto.
Per trovare l’ispirazione visita abitualmente i musei di Brescia e di Milano, interessato soprattutto alle decorazioni delle armature e delle armi.
Terminata la scuola, lavora per varie fabbriche bresciane realizzando placche per fucili, e nel tempo libero incide scudi, cofanetti, piatti in metallo che realizza per venderli o regalarli, per lo più a personaggi celebri della sua epoca per averne in cambio gli autografi che ama collezionare.
Frequenta gran parte dell’elite culturale del suo tempo, tra cui Gabriele D’Annunzio che gli commissiona alcuni lavori e Angelo Canossi, il poeta dialettale bresciano.
È il suo grande amore per l’arte e la conoscenza a spingerlo a visitare Roma e poi a vivere l’esperienza di Parigi, meta sognata da ogni artista. Vi rimane tre anni facendo dei piccoli lavoretti, frequentando i musei della città e in modo particolare il Louvre.
Nel 1932 ritorna in Italia e inizia a collaborare con il fratello Bruno nel negozio di antiquariato a Brescia, in via S. Francesco D’Assisi.
Da quel momento fino alla sua morte, avvenuta nel 2000, all’età di 97 anni, si dedica esclusivamente a quest’attività: continua ad incidere solo per diletto fino agli anni sessanta.
Anche il lavoro d’antiquario lo vive con passione, non solo, collezionista prima che mercante, sceglie di tenere per sé molti degli oggetti che ha, perché diventino parte della sua Collezione ravvisando in loro una bellezza intrinseca che va oltre al valore effettivo.
Visitando la Casa Museo, riconosciuta come Raccolta Museale dalla Regione Lombardia nel 2009, ci si immergerà nella storia dell’uomo incisore che divenne antiquario, anche attraverso la vita e le opere di chi l’ha conosciuto, come Francesco Gino Medici a cui è dedicata una sala, inaugurata nel settembre 2009.
Oltre alla collezione permanente, due sale del Museo ospitano periodicamente mostre temporanee.
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Allegati
Scheda informativa
Note: Info sheet